Cosa si intende per ospitalità e arte del ricevere, e quali sono le regole per farsi comprendere al meglio
Diceva Anthelme Brillat Savarin, il padre della moderna gastronomia: “La tavola è il solo luogo dove non ci si annoia mai durante la prima ora”.
Forse è per questo che al Palazzo del Quirinale i pranzi e le cene con i leader più influenti del mondo durano solo ed esattamente 45 minuti? È possibile che nella patria del mangiare bene, il cibo sia relegato a semplice contorno a km 0 delle questioni di attualità? I capi di stato non dovrebbero sedere a tavole sontuose per ore, davanti a piatti raffinati e ricercati dei migliori chef italiani da immortalare con selfie?
Che fine ha fatto l’ospitalità italiana?
Se n’è parlato al talk “Le buone (e belle) maniere” durante la Milano Beauty Week (3-8 maggio). Una manifestazione dedicata alla bellezza in tutte le sue sfaccettature, dalla cosmesi all’arte, dal benessere alla tavola, intesa come cibo e galateo.
A discutere di arte del ricevere e ospitalità la giornalista e scrittrice Lorenza Scalisi e la nobildonna Consolata Anguissola D’Altoé. Il talk sulle buone maniere è stato moderato da Maria Celeste Vettese di NoMa Flowers, e ha impressionato per il tono brioso e appassionato, tutt’altro che noioso.
Il fil rouge per parlare di belle e buone maniere a tavola è stato il libro di Lorenza Scalisi: Tutti i piatti dei Presidenti (L’Ippocampo): un (capo)lavoro che per la prima volta svela con foto, racconti e aneddoti il dietro le quinte dei banchetti allestiti al Palazzo del Quirinale.
Corredato di ricette realizzate per i capi di stato di tutto il mondo, il volume ci accompagna tra saloni e corridoi del palazzo che durante gli allestimenti brulicano di personale impeccabile, tra cui tirocinanti usciti dagli istituti alberghieri, che affrontano qualsiasi compito, difficoltà e imprevisto col sorriso.
Immaginate poi cucine da campo allestite nelle sale adiacenti ai ricevimenti affinché i piatti arrivino caldi in tavola. Ospiti accolti in un edificio che a volte profuma di ragù, coccolati con menu della nostra tradizione culinaria, come se si trovassero in una qualsiasi casa italiana.
Al Quirinale, la parola d’ordine è disciplina ma anche passione. E poca importa se il pasto dura solo 45 minuti e la fetta di dolce è larga 3,5 cm. Se a tavola i leader usano il cellulare per i selfie e si informano sul costo del vino servito.
Che gli ospiti siano teste coronate o meno, a tavola è importante non solo servire un menu che tenga conto delle varie esigenze (intolleranze, religione ecc.), ma anche chiudere un occhio sull’eventuale infrazione dell’etichetta. Saper ricevere significa infatti elargire all’ospite semplicità, sorrisi e calore, come se fosse a casa propria!
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Se il libro Tutti i piatti dei Presidenti di Lorenza Scalisi vi ha incuriosito e volete sapere come viene allestita una colazione ufficiale di Stato… non perdete l’articolo della prossima settimana!